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Neocaridina Davidi varietà Red Cherry

Neocaridina Davidi varietà Red Cherry

Questo piccolo gamberetto originario di Taiwan, Vietnam e Cina meridionale orientale si sta diffondendo sempre più tra gli appassionati, sia per la facilità con cui viene allevato sia per il suo bel colore rosso, che ricorda quello delle ciliegie. Tra le neocaridine, infatti, questa è la varietà meno esigente e si adatta bene alla maggior parte delle acque di rubinetto, sempre ben decantate, della penisola.

Caratteristiche

Da adulte misurano dai 2 ai 3cm. Le femmine, sono più grandi dei maschi, meno affusolate e più colorate. I maschi hanno un addome più snello e sono semi trasparenti. In verità, per distinguere il sesso della caridina sarebbe meglio basarsi esclusivamente sulla forma del corpo e sulla presenza della sacca ovarica che le femmine hanno sul dorso, dato che il colore non è sempre un indicatore eccellente. Infatti se la caridina si stressa può perdere colore e riacquistarlo solo quando si sarà tranquillizzata: un fenomeno che è facile osservare quando inserite per la prima volta gli esemplari appena acquistati. Non appena si sentiranno a casa, il colore ritornerà.

Alimentazione

Le caridine son di bocca buona. Sul mercato esistono diversi tipi di mangimi specifici in granuli ma accettano anche mangime per pesci da fondo. Se si vogliono viziare e integrando la loro dieta, l’ideale è nutrirle con verdure sbollentate, ovvero fettine sottili di zucchina ammorbidite nell’acqua bollente, in modo che vadano a fondo subito e non galleggino per l’acquario. Una vera leccornia per loro sono i piselli sbollentati, senza buccia.

Habitat

Per allevare le neocaridine è consigliabile cominciare con un acquario da almeno 20 o 30 litri. In litraggi inferiori si incapperebbe velocemente in problemi di sovraffollamento, essendo una specie molto prolifica. Non hanno bisogno di habitat particolari, basterà inserire un fondo inerte, una sabbia poco colorata che faccia risaltare il colore delle caridine, o un fondo in akadama, che consiglio in caso si decida dopo qualche tempo di cimentarsi nell’allevamento di altre caridine più delicate, come la varietà red crystal.

Il fondo inerte è la scelta migliore dato che le caridine sono piuttosto sensibili a metalli come il ferro e il rame presenti nei substrati fertili.

Se volete inserire piante che hanno bisogno di un fondo fertilizzato, consiglio di ricoprire il tutto con sabbia sottile e inserire le caridine solo dopo alcuni mesi dall’avvio dell’acquario, quando l’effetto dwl fertilizzante sarà più blando.

Per le piante non ci sono problemi, alle caridine piacciono tutte, in particolare i muschi e le alghe del genere cladophora, dove rovisteranno in cerca di cibo. Vanno benissimo anche tutte le piante a crescita rapida, immancabili in ogni acquario di piccole dimensioni.

Il filtro ideale è un ad aria, che non rischia di aspirare le giovani red cherry. In alternativa si può usare qualsiasi tipo di filtro, basta legare al tubo di aspirazione una calza di nylon o una rete a maglie finissime (che andrà pulita spesso dai vari detriti che di volta in volta ci si attaccheranno).

Per rendere più accogliente la vasca si possono inserire legni e piccole rocce accatastate, in modo da creare anfratti e nascondigli che le caridine useranno durante le fasi di muta.

Quanto ai valori dell’acqua, i più importanti sono la temperatura e il ph. La temperatura ideale deve essere compresa tra i 18° e i 25°, al di fuori di questo intervallo le riproduzioni si faranno più rare. Il ph invece è neutro, e può variare da 6.5 a 8.

I compagni di vasca ideali delle caridine sono le lumache. La maggior parte dei pesci infatti tende a predare i piccoli di caridina, alcuni addirittura mangiano anche gli esemplari adulti. Consiglio sempre una vasca dedicata a loro: così facendo è possibile osservare le caridine senza che se ne stiano intimidite tra le foglie, e diverranno le padrone della vasca. In caso si vogliano comunque inserire dei pesci, i più indicati sono gli otocinclus, che sono vegetariani, e piccoli poecilidi come i guupy, i platy e gli endler, col rischio però che si nutrano delle caridine neonate.

Riproduzione ed allevamento

Per l’allevamento, l’ideale è acquistare un piccolo gruppetto di cinque o sei esemplari, in modo che si abbiano più probabilità di avere sia maschi che femmine. Bisogna fare attenzione a non allevarle con altre varietà di neocaridina, dato che sono facilmente ibridabili.

Una volta fecondate, le femmine spostano le uova dalla sacca ovarica dietro il carapace all’addome (se la caridina fosse un cavallo, la sacca ovarica si troverebbe esattamente dove posizionereste la sella). Le femmine non depongono le uova ma le trattengono tra i pelopodi dell’addome fino alla schiusa. Possono custodire fino a 50 uova, costantemente ossigenate dalla madre che agita i pelopodi per tenerle fresche. È importante non stressare la femmina spostandola perché potrebbe perdere le uova. In base alla temperatura in vasca cambia il tempo di schiusa ma generalmente dopo 3 o 4 settimane potrete scorgere i minuscoli gamberetti trasparenti in giro per la vasca. Per i primi mesi sarà difficile stabilirne il sesso, poi i maschi resteranno invariati, mentre le femmine si coloreranno del caratteristico rosso ciliegia.

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